Intervista alla band salentina che debutta con l'album "Scimmie sulla Luna", otto canzoni punk-rock di grande attualità e lucidità, tra stato di crisi sociale e interiore.
Provate ad immaginare la storia dello sbarco sulla luna dal punto di vista di una scimmia, mandata in missione nello spazio dall’uomo, ed immedesimatevi in essa. Ciò che sicuramente provereste è un profondo senso di alienazione, disagio e paura, dettato dall’impossibilità di reagire a quanto vi sta succedendo intorno. Ebbene la parabola di “scimmie sulla luna”, album di debutto dei salentini Teenage Riot, tenta di snocciolare proprio questo concetto, traslandolo nella realtà, ai giorni nostri, in un Paese come l’ Italia. L'intervista alla band.
Una scimmia che sbarca sulla Luna. Disagio, alienazione, rabbia. Che è ciò che provano gli italiani, i greci e un po’ tutti gli europei in questa fase di crisi sociale ed economica. Il vostro disco parla di questo e di molto altro. Un argomento attuale ma parecchio forte per un album d’esordio…
L’alienazione e lo stato crisi, tanto sociale quanto interiore, sono la cornice delle esperienze raccolte nell’album. Non si tratta di un album politico né di un concept, ma più di un diario di viaggio (forse quello della scimmia) in cui sono raccolte le impressioni di un soggetto schiacciato da una realtà di difficile interpretazione. Il messaggio che lascia non può che essere distorto, frammentato, imbevuto di nevrosi. Oggigiorno In Italia quanto in altri posti del mondo è facile sentirsi scimmie sulle luna, cavie di un esperimento sociale e tecnologico che a dispetto del presunto progresso non fa che impoverire le menti (e i portafogli), lasciandoci spesso soli con i nostri lati più oscuri e primitivi. Usando l’ idea della scimmia come catalizzatore abbiamo provato a raccogliere tutte queste sensazioni , e usarle per dipingere i quadri musicali che compongono il disco.
Quando e come è nata l’idea di affrontare questi temi così delicati? Osservando ciò che vi circonda, seguendo i media, oppure scavando nel vostro IO più profondo e nelle vostre vicende personali?
Spesso scavando nel proprio IO si portano alla luce questioni che trascendono il singolo individuo e che vanno a piazzarsi in un contesto più ampio. Per il disco è stato un po’ così. I temi affrontati sono la naturale risposta agli stimoli del mondo esterno. La situazione sociale, le nostre esperienze e impressioni più intime, l’assurdità del sistema dei media e dei giochi di potere, tutto si riversa in ciò che scriviamo; anzi, sono forse le nostre vicende personali che danno la forma ultima e particolare a ciò che raccogliamo e filtriamo dal mondo che ci circonda.
Otto brani, da “La Scimmia sulla Luna” a “Dopamina”, da “Inferno: 5° cerchio” a “Generazione Chimica”. Cosa hanno in comune questi testi e come definireste il vostro album d’esordio?
Sicuramente in tutti i brani si esorcizza della rabbia. Nonostante l’apparente pessimismo si tratta di processi di purificazione, di trasformazione di emozioni negative in energia positiva. Se nei brani descriviamo un mondo (anche psichico) che crolla, lo facciamo con un ghigno sul volto, un invito al gioco. Un po’ come il nichilismo attivo di Nietzsche , che davanti all’assurdità dell’ esistenza propone un ulteriore passo avanti, un ulteriore rivolta all’inferno che noi stessi ci siamo costruiti. Così come commentato da una fan, oltre che un’amica, Scimmie sulla Luna è un disco ignifero. Inferni per tutti i gusti!
Facciamo un passo indietro: come vi presentereste a un pubblico che ancora non conosce la vostra musica e il vostro repertorio?
I Teenage Riot suonano rock in italiano infettato dal post-punk e dal noise americano, oltre che da un sacco di altre cose. Le influenze sono tante, e spaziano dai primordi del rock alle sonorità più pesanti degli anni novanta e duemila, passando attraverso la psichedelia e il cantautorato. Identificarci con un genere in particolare non ci è mai piaciuto. Nello scrivere la nostra musica non ci poniamo limiti, ed ogni incursione stilistica è ben accetta. Certo, rimaniamo comunque un power trio, ma l’essenzialità è forse un nostro punto di forza: uno dei complimenti più belli che ci hanno fatto dopo aver assistito ad un nostro concerto è stato dire che suoniamo come se fossimo una persona sola, ed è esattamente ciò che volevamo.
Avete una lunga esperienza live, nonostante la vostra band sia nata appena 5 anni fa, e avete già raggiunto premi e traguardi importanti in giro per la Penisola. Prossimo step dei Teenage Riot? Progetti?
Sicuramente i prossimi mesi saranno dedicati alla promozione del disco in tutta Italia; dopodiché prepareremo nuovo materiale per il prossimo lavoro, che probabilmente raccoglierà ancora più influenze e strumenti musicali. Per ora la speranza è quella di farci ascoltare ed apprezzare da più persone possibile, continuando a crescere musicalmente e puntando a esperienze live sempre maggiori.